Ritrovarci (la carne, finalmente)

sulla brandina - Petersen

A. Petersen

Le voci sembravano provenire da un’altra stanza. Parlavamo a bassa voce e le parole via via sfumavano come etere sulla pelle e si allontanavano da noi. Ci siamo guardati, intorpiditi da troppi pensieri sedati e perfette illusioni annacquate. Ci siamo guardati e su quella brandina abbiamo fatto l’amore. Come dicevi, nel senso di crearlo, letteralmente.

Pura fusione. La carne, finalmente. Fino a qualche momento prima era come non avessi più sesso. Me l’avevano portato via, non c’era più. Eppure era lì, sentivo e desideravo e godevo nei giorni dell’attesa. Ma era tutto sospeso, persino l’istintiva voglia. Meravigliosa voglia, la nostra. E sguardi carichi di desidero. L’uno dentro l’altra, mangiavamo carne, e voglia e amore, come animali selvatici che non hanno pensieri ma seguono l’istinto naturale. Ti sei stretto a me, con gli occhi e il cuore pieni d’amore. Amore puro anche nel sesso più carnale e istintivo, il tuo corpo che mi bloccava, come in una morsa che mi dava nuova vita. Di colpo eravamo uno. Il ricordo della prima volta, di tutte le nostre prime volte mi è balenato sotto le palpebre chiuse. Il cuore che pulsava da scoppiare. Il sesso che rispondeva. Batteva come un cuore e si faceva smanioso ad ogni colpo, assettato di cazzo e vita. Senza capire, senza pensare. Solo scopami! Ed ero così eccitata da dimenticare persino chi siamo. Così eccitata e innamorata e felice di sapere chi siamo.

Che gioia ritrovarci, amore mio.

Mentre camminavamo sentivo frammenti di me staccarsi e dissolversi. Poi ho capito.

Abbiamo solo rallentato il passo ma continuiamo a camminare insieme, sulla terra e altrove.

 

SCRIPTUM