[omissis] Te li ricordi i comandamenti?

Agitarsi non serve a niente. Non ho resistito e sono andata. Non so bene come. Non ci metterei la mano sul fuoco, fino a poco prima me ne stavo tranquilla a casa.
Insomma, quella cosa del vado-e-torno era tutta una baggianata, si sa. Lo sapevo pure, io, confesso, ma tant’è, non ho resistito e sono andata. Di aver suonato il campanello me lo ricordo bene. I due nomi li ricordo bene. Ma dov’è che stiamo andando? Qualcuno vuole ricordarmelo, per favore?
– Vieni, vieni pure, bambina, ti stavamo aspettando.
Qualcuno mi spieghi, di grazia, che ci faccio qui, a bere un caffè dietro le sbarre. Non ero libera e felice come una farfalla, con il bauletto nuovo al polso, i sandali in tinta, e il ciuffo piastrato in giro per negozi? Moi, n’est pas?
Mi sforzo di essere gentile, dentro. Nei film succede sempre così: tensione, quiete, abbassamento livello difesa, idea geniale, risoluzione (ovvero, via di fuga) salvezza. Happy end. Applausi. Sono gentile, ma non succede niente.
– Te li ricordi i comandamenti? Leggi qui. (la mano accompagna al foglio sul tavolo)
Hm. Di giovedì si andava al catechismo. Primo piano, seconda stanza sulla destra. Le altre bambine imparavano i comandamenti a memoria, io dondolavo le gambe e pensavo che la tizia in cattedra aveva della scarpe orrende. Non dire falsa testimonianza. Non commettere atti impuri. Massì, erano quelli, tra gli altri, non questi [omissis]. Eppure questi sì, me li fanno imparare a memoria, quasi quasi me lo ingoio, quel foglietto di carta. Eppure li ho imparati a memoria, così bene da non ricordare più gli altri.
Eppure erano gli altri quelli veri. O no?

Ops, mi sento ma*

Chissà come si sta all’inferno.