07 Dic L’anteprima di una Milano che volevamo proprio vedere.
Cinemino, Milano. Chiara saluta tutti e sorride. Sorride di continuo, e ha gli occhi che luccicano parecchio. Stasera vedo tutti amici, qui – dice. Sì, è così. Perchè quello di stasera è un Cinemino che trabocca di facce belle, piene di sorrisi e fermento. Con il bicchiere di vino in mano e cose da raccontare. Ascoltare. Guardare. E questa è la serata dell’anteprima.
Chiara Battistini ha scritto e diretto “Milano come non l’avete mai vista”, il film a cura di Art + Vibes che racconta il primo straordinario anno di Perimetro che, più che un (community) magazine, è un movimento fotografico in continua evoluzione: si espande, cresce, coinvolgendo persone e contaminando mondi artistici e sociali differenti.
Alcune storie colpiscono, rimangono impresse più di altre. Tra le duecento pubblicate quest’anno, sono state scelte dodici storie. Dodici i racconti di questo film documentario immaginato, fortemente voluto, costruito giorno dopo giorno grazie all’interesse, all’ascolto, allo scambio. Dentro un Perimetro di collaborazioni virtuose. Il focus del film è proprio su queste storie, non sui fotografi. Quelle che, messe insieme, a livello cinematografico compongono un affresco di tutti i temi che Perimetro vuole raccontare. Tanto per cominciare, s’intende, che qui, così, si potrebbe andare avanti per tre stagioni. Almeno.
“Milano è un città complessa, di quelle che ti risucchiano vorticosamente e ti tolgono il respiro. Una città in cui succedono anche molte cose. Belle. E ci sono persone. Che mettono in circolo energia e idee.” Una città piena di fermento, sotto quella patina grigia e argentata che può confondere, ingannare. Che se rimani lì, a quel primo strato magari ti perdi dei dettagli della scena. Ti può sfuggire il senso. Perimetro è questo, in qualche modo. Mette insieme i pezzi e te li mostra così – di carta e di carne, di immagini e di suoni – e tu pensi che, insomma dai, sei fortunato: è mica male, questa Milano.
Ho seguito Perimetro dall’inizio, dalla prima presentazione ufficiale all’ElitaBar (che ormai è un po’ casa). Chiara, invece, l’ho incontrata in una giornata caldissima d’agosto, durante le riprese di Nuda Proprietà, la storia di Alan Maglio uscita sul numero 7 di Perimetro. È la prima volta che assisto alle riprese di un film e sono elettrizzata. Fa caldo, caldissimo ma tutti lavorano, sudano, studiano e costruiscono la scena con una forza e un entusiasmo incredibili. I ciak. Quel silenzio densissimo che riempie la scena. Le immagini che scorrono sul display e sono lì, davanti ai tuoi occhi. Le vedi e già sono un altro mondo. Quella storia da raccontare per immagini. E parole. Che arrivano subito in rincorsa – come una spinta – vacillano un poco e poi rallentano. Il respiro si fa più regolare e pure le parole prendono il ritmo giusto. Senza fretta. Senza più quell’ansia di tutto quello che ora ci circonda. Uno scambio fluido, morbido che riesce a toccare i punti giusti. Ci scivola attorno e poi scava. Dentro. A fondo. Fino a ritrovare la luce, la visione. Quella giusta. Illuminata.
Le musiche originali dei Casino Royale scandiscono il tempo della narrazione: rapida incalza, rimbalza nel petto e ti sbalza sui tetti. E lì ti godi il nuovo panorama, con gli occhi che sorridono e si spalancano più che possono per accogliere quello ora vedi. Dentro alle storie che si sviluppano per la città. Lungo le strade, nei quartieri periferici, dietro angoli nascosti e porte chiuse. Più forte, più in alto. dove non ti aspettavi di arrivare. Poi, ecco. Tutto sembra fermarsi. Il buio della sala si fa silente. Ti toglie un attimo il respiro. Sospeso e dilatato come il tempo in cui fluttui. Non capisci però segui l’immagine. Lasci che ogni piccolo dettaglio vada a comporre la scena. Il rumore dell’ascensore che sale. Le chiavi che girano nella serratura. Le tapparelle che si alzano. La luce che filtra piano. Riempie la stanza. E qualcuno si muove. Alan prende la camera e parla piano. quasi un sussurro. Delicato e Denso allo stesso tempo. Come lo sguardo di Chiara che, con la sua narrazione attenta e generosa, trova i tempi giusti, il ritmo di una poesia per immagini, leggera, coinvolgente e convincente. Tenuta insieme da un sottile filo di nostalgia.
Un affresco da cui emerge la natura di questa Milano inedita che sì, è “come non l’avete mai vista”, ma è anche “sbrigatevi, entrateci dentro ora perchè tra poco non ci sarà più”. La Milano del futuro e quella di un passato che sopravvive. In perfetto equilibrio tra emozione diverse.
Il senso della vertigine e la vista mozzafiato dal rooftop dei palazzi più alti di Milano. Il cuore che batte all’impazzata durante gli inseguimenti della polizia nel reportage di Gabriele Micalizzi. La bellezza delle facce stra|ordinarie della gente di Quarto. Che te le aspetti e poi invece no, sono anche altro, ed è quello che attraversa lo sguardo del fotografo quando scatta e si lascia andare. Seguire il flusso, non scalette. Il religioso silenzio delle chiese scattate da Victor Schnur che, messe assieme, parlano la lingua di un futuro distopico. o quella di un passato utopico. La potenza delle immagini di una generazione di donne che lotta per i propri diritti e la dolcezza di una madre che ancora vive attraverso i negativi (ri)scoperti quasi per caso dalla figlia, Nicoletta Grillo. O la sensualità sfacciata e divertita delle ragazze di Lady Tarin, che festeggiano al bar Basso e trasformano un compleanno in un evento corale e magico. O quel sentirsi invisibili che poi ti fa sbattere addosso alla città. Alle cose e alle persone, che porti con te. Nell’iPhone. O pieni di sogni – concreti – come i ragazzi del liceo classico Manzoni scattati da Jacopo Benassi. Immaginatevi domani e che uomini vorreste essere.
Zero formalismi, parecchia sostanza.
Serve una sensibilità notevole per poter leggere oltre quella patina argentata, e mettere in risalto le pieghe più intime e autentiche di una storia senza bisogno effetti speciali. Lasciandosi attraversare. Entrare in una stanza. O in una storia. In punta dei piedi, quasi senza fiatare. Che dentro non c’è nessuno eppure avverti la presenza di vite che hanno abitato tra quelle mura, quei quartieri. storie che puoi intuire attraverso gli oggetti. O le facce. I segni che restano. Che raccontano. Come in un sogno. Che sarà la nostra storia, domani. La nostra memoria.
Si accendono le luci. Resti fermo per qualche istante a crogiolarti in quella gioiosa sensazione. Una vibrazione positiva che ti resta appiccicata addosso e che poi porti via con te. Alla fine di tutto. Fino alla prossima storia. Da vivere. Da raccontare.
Milano come non l’avete mai vista è un ritornello che batte e ribatte. Ogni volta uguale e ogni volta mai lo stesso. Questo cazzo di sguardo. Così. Pieno di stupore e meraviglia.
Milano come non l’avete mai vista.
Un film scritto e diretto da Chiara Battistini.
Prodotto da Max Brun.
Produttore esecutivo: Roberta Gigi.
Original Soundtrack by Casino Royale
Storie di: Marco Aurelio Mendia, Gabriele Micalizzi, Victor Schnur, Andrè Lucat, Alan Maglio, Mario Zanaria, Nicoletta Grillo, Lady Tarin, Sha Ribeiro, Mattia Zoppelaro, Guido Borso, Jacopo Benassi.
Milano come non l’avete mai vista.
Un film scritto e diretto da Chiara Battistini.
Prodotto da Max Brun.
Produttore esecutivo: Roberta Gigi.
Original Soundtrack by Casino Royale
Storie di: Marco Aurelio Mendia, Gabriele Micalizzi, Victor Schnur, Andrè Lucat, Alan Maglio, Mario Zanaria, Nicoletta Grillo, Lady Tarin, Sha Ribeiro, Mattia Zoppelaro, Guido Borso, Jacopo Benassi.