La felicità

[…] al mondo esiste la felicità, e le sofferenze non sono il suo opposto bensì lo stretto tunnel attraverso il quale si passa curvi, strisciando tra le ortiche, per arrivare al bosco silente immerso in un chiarore argenteo, lunare.
La felicità è un oggetto raro e delicato, una specie di porcellana cinese, e i pochi che vi sono arrivati l’hanno foggiata e composta tratto per tratto col passare degli anni, ciascuno a propria immagine e somiglianza ciascuno a propria misura: non c’è una felicità che assomiglia all’altra  E in quella felicità ciascuno ha impresso le proprie sofferenze e i torti subiti. Come estraendo l’oro dal piombo. Al mondo esiste la felicità, quand’anche effimera come un sogno. Non è nell’appagamento che dà approvazione, né la lode, il progresso, la conquista, la liberazione, non è la sottomissione né il dominio, bensì il brivido della fusione.

Il protendersi dell’io verso l’altro.

Come l’ostrica che abbraccia un corpo estraneo e prima ne è ferita ma poi lo trasforma nella sua perla mentre l’acqua calda attornia e avvolge tutto.

Hai mai assaggiato il gusto di questo trasporto? Quando il corpo è un violino fra le mani dell’anima. Quando il prossimo e io ci innestiamo a vicenda e diventiamo un unico corallo. E sotto il lento gocciolio della stalattite si forma la stalagmite finché le due sono una cosa sola.

Amos Oz – La scatola nera

[…] Questo è forse l’ultimo romanzo epistolare: ormai non possiamo più immaginarne, al massimo avremo romanzi basati su scambi di sms, o di e-mail.
Sono lettere di ossessione e di violenza, in cui l’amore e l’odio si somigliano molto.
Se Michel è un fanatico religioso e Alec odia in modo fanatico, Ihlana è fanatica per la propria felicità: il mondo può andare a rotoli ma lei pretende la propria felicità, e così rende infelici gli altri e anche se stessa. In ciò sfida anche il famoso concetto della felicità di Tolstoj.

La felicità è un’invenzione cristiana: per gli ebrei esiste la gioia, anzi le gioie (fisiche, sensuali, spirituali…) che vanno e vengono.
Invece la felicità si suppone eterna.
Io penso che se è eterna non è felicità e viceversa.

L’idea che se ti comporti bene meriti la felicità, secondo me è kitsch.
Siamo capaci di amare chi 5, chi 10, chi al massimo 15 persone alla volta… se qualcuno sostiene di amare l’umanità, o tutto il terzo mondo, o tutta l’America Latina, io non gli credo. 
L’amore universale è una contraddizione in termini: l’amore è un bene privato.
In questo sono in disaccordo con il mio connazionale Gesù, ma non c’è niente di strano: è naturale che due israeliani non vadano d’accordo.

Amos OZ, intervista su La Scatola nera