Il canto delle sirene

« Galleggiando a lungo in oceani deserti

 ho fatto del mio meglio per sorridere

finché i tuoi occhi melodiosi e le tue dita

mi attirarono affettuosamente alla tua isola

e tu cantasti

naviga da me

naviga da me

lascia che ti avvolga

Sono qui

Sono qui

aspettando di possederti… »

Scricchiola la pelle tra i brividi

Naufragata per mare, la tempesta si è abbattuta all’improvviso.

In un tiepido pomeriggio, tra parole leggere e sorrisi

Scappiamo. Al riparo.

Ma è tardi, ormai, violenta e furiosa, ci travolge.

E vento. E pioggia.

Traballo. Scivolo. Mi aggrappo.

Forte. Più forte. Sono forte. Resisto.

Vento forte mi scuote. Violento mi dà il tormento

Sento un canto lieve, in lontananza.

Alzo gli occhi e non vedo nulla.

Sento il sangue affluire

Passodopopasso

Sentire, sentire

Voglio sentire di nuovo.

Ancora e ancora quel soave canto

Mi avvicino

Mi abbandono

E l’anima si acquieta, ignara.

Quel canto Seduce.

Prende e possiede.

La svuota, l’anima.

La prende e la riempie

Il corpo prende vita

Non rifugge il piacere.

Lo segue.

La carne vibra.

Fa male

Le sento, le unghie conficcate nella carne. Nel sesso.

Impudico e profano quel canto torna.

Non sento altro.

Non il vento. Non la pioggia. Non la tempesta.

Non riesco a gridare. E’ più forte di tutto

Scivolo.

Fa paura eppure lascio la presa. Solo un poco.

Cosa senti?

Un pugno allo stomaco

Il cuore che batte tra le cosce.

Sono viva.

Naufrago e sono viva.

E sono mani

Bocche umide a cercarsi, affamate.

E ancora mani, mani dappertutto.

Calde e impazienti.

L’ansia e la voglia.

Sono viva.

Il profumo della pelle e della voglia.

Il profumo della voglia sulla pelle.

Che lascia scie e tracce da seguire.

In punta di lingua.

Mi piace il tuo sapore. Il mio e il tuo insieme.

Lo sai che ti sento e mi sale un turbamento dentro.

Ovunque.

Mi scoppia nel cervello,

mi fa tremare il cuore,

fa spalancare le mie cosce.

Vieni da me, dici.

E io mi aggrappo a quella tensione, che tante volte ho ignorato. Rifuggito

Mi parla di noi, quella tensione ora.

Un altro pugno nello stomaco.

Un altro bacio.

Quel bacio

E io che non respiro.

Mi inarco, mi offro oscena.

Vedo immagini, susseguirsi una dopo l’altra.

Tutte insieme.

Le dita sulle spalle nude, così leggere e delicate. Quello sguardo. La poltrona nel’angolo della stanza. Il tuo profumo. Non aver fretta. Un passo alla volta. Di nuovo le tue mani. Le gambe cedono. Il frustino che mi ossesiona. La voglia da bere avidamente. La corda che tende e stringe. La corda che rassicura. L’intimo immacolato e il cuoio nero. Il tuo sesso che danza sulla pelle, tra il ventre e quel solco che, comunque invita. Il fuoco che si scatena. Serva dell’Amore.

 Mi strizzi il sesso.

O forse il cuore, non so distinguerli.

Battono violenti e sono nelle tue mani. Mi piace questo supplizio. Sento le tue parole sussurrate all’orecchio rimbombare dentro. Colpiscimi e prendimi. Dolore e piacere. Voglio tutto. Di più.

Non lo so più, se c’è un confine, tra me e te.

Prendimi e distruggimi.

Voglio sentire.

Qualunque cosa.

Questo canto mi fa impazzire.

Mi conduce all’inferno, lo sai.

 Ma è così bello ora, scivolare su di te.

Vieni da me

Vieni da me

 naviga da me

 naviga da me

lascia che ti avvolga

Sono qui

Sono qui

aspettando di possederti…

 Tienimi.

Sto per cadere.

Aprimi

Sto per entrare.