Groviglio

(In a self conflicted tangle by apokalupsiseschaton)

Un filo, semplice, ben visibile, quello che ci lega.
Un gomitolo, nelle tue parole, che si avvolge su se stesso, un giro dopo l’altro, è forma e corpo, è cuore e colore, e cresce, legandoci sempre più l’uno all’altra.  Abbracciati, semplicemente noi.
Un groviglio, nelle mie, incomprensibile e disordinato.
Si attorciglia, senza posa, creando figure inestricabili, forme distorte che nascondono l’essenza, allontanano gli estremi.
Pur continui, di quel unico filo, semplice e ben visibile.
Un solo unico punto, dentro.
Unico e indivisibile.
Ma nelle mie parole, ora, un groviglio prende vita e si ripete all’infinito.
E’ grande come un mondo che è altro, non ci appartiene.
Tendi quel filo, lascialo scivolare tra la le tue mani, e lascia che io mi allontani.
A districare e a sciogliere nodi, da liquefarsi.
Parlami ancora, amore, urla, sussurra e guardami. Mi vedi? Sono io.
Scorre il filo tra le mie mani, ora, lo vedo, lo tocco, lo sento, lo seguo.
Brucia la pelle e segna, ma più forte lo trattengo, mi fondo con quella tensione e giro su me stessa.
Tremo e fremo. Giro intorno a quel punto, nel groviglio.
Un solo unico punto, un solo unico filo.
Non ci sono interruzioni.
Non ci sono altri mondi.
Non ci sono interpretazioni.
Non ci sono altre forme.
Non ha un inizio, né una fine.
Un solo filo, un solo, unico, punto.

Indivisibile.

 Semplicemente noi, abbracciati.