Acido lattico

Anders Petersen

Anders Petersen

Sono un animaletto da compagnia
che corre alla finestra per farsi notare,
si agita si dimena,
felice si arrampica addosso al padrone
con frenesia e folle disperazione
Come nell’attimo prima del temporale,
il corpo carico di elettricità
freme d’ardore e nuovi febbricitanti desideri.
E la voglia,
la voglia liquida che si mescola al sangue
pompa con il cuore, diventa linfa per ogni muscolo
La voglia che scuote e dà le vertigini
senza più confini tra atteso e goduto,
sognato e desiderato.
Voglia che inonda
– cedono gli argini e la volontà –
diventa incontenibile, eccessiva,
la gioia che fa esultare i sensi
orgasmi da scrivere e riscrivere milioni di volte
e forte più forte
c’è così tanta irruenza in questa voglia
io vacillo e sragiono.
Persa in stati d’estasi assoluti
sento il corpo liquefarsi
da me a te
fino a desiderare la fusione totale.

Sono un animaletto affamato e felice
tutto intorno è così pieno di colori nuovi e sapori
che apro la bocca e azzanno vorace
(è amore)
i nostri corpi si sbranano in modo così vorticoso e turbolento
– mi chiedo che ne rimarrà di noi.
Si accasciano a terra appagati, in cerca di ossigeno.
Non respiro più, fermiamoci un momento a riposare.

STOP.

Tutto tace.
Solo un ronzio nella testa,
e quel sordo pulsare del sesso non del tutto acquietato (che ancora non s’è placato).

– innaturale purezza –

Ed ecco, tutto si ferma
si smorzano via via i sorrisi
sento i muscoli indolenziti irrigidirsi

Oggi sono stanca.

La parola “voglia” mi stanca,
mi stancano i sensi.
L’amore liquido s’è fatto acido lattico.

Sono un animaletto
ingioiellato e vestito di poche parole
che male s’accostano ai colori che le vetrine riflettono.
Sono un animaletto
bello e imbalsamato
che invecchia di polvere e banalità sul ripiano più alto della credenza della nonna,
quella ammodernata che piaceva tanto
ma che è stata dimenticata durante l’ultimo trasloco.